
Da SEO a GEO: come fare la keyword research nel 2026
Negli ultimi anni i professionisti SEO e i giornalisti hanno ottimizzato articoli e altri contenuti sui siti web per tentare di assicurarsi le prime posizioni su Google. Gli AI Overviews hanno cambiato radicalmente le regole del gioco, coprendo ormai tra l’80 e il 90% delle ricerche. E poi è arrivata anche l’AI Mode di Google, la nuova modalità di ricerca che usa l’intelligenza artificiale per fornire risposte più complete. Ma quello che accadrà nel 2026 trasformerà ancora il mondo della scrittura online. Chi si prepara adesso avrà un vantaggio competitivo enorme. Ecco come il SEO copywriting si trasformerà in GEO copywriting e le nuove regole per la keyword research 2026.
AI Overview e AI Mode di Google: le differenze
AI Overview è la recente funzionalità di Google Search basata sull’intelligenza artificiale generativa che fornisce risposte strutturate direttamente nella SERP, elaborando informazioni da più fonti per offrire all’utente un riepilogo completo e immediato. Così, quando cerchi qualcosa su Google, invece di vedere solo i titoli con i link blu, vedi una risposta AI che sintetizza informazioni da più siti, con link alle fonti che appaiono sulla destra.
AI Overview è nel box che appare in alto e che occupa tra il 42% e il 48% dello spazio visivo della SERP. Quando è stato introdotto in Italia, compariva soltanto quando si cercava un numero ristretto di parole. Oggi l’elenco si è allargato fino a coprire la quasi totalità di ricerche.
L’AI Mode rappresenta un cambiamento ancora più estremo che, nel 2026, si prepara a diventare la modalità di ricerca predefinita. Si tratta di un’esperienza di ricerca conversazionale, in cui è possibile fare domande, ricevere risposte più approfondite e personalizzate, “parlare” con Google come si potrebbe fare con un prof.
Cosa cambia nel SEO copywriting
L’impatto degli AI Overviews sui siti web si è già visto nel 2025. Le principali conseguenze sono state:
- un crollo netto delle visite, dovute al fatto che molti utenti si fermano davanti a ciò che fornisce l’intelligenza artificiale di Google – non sempre accurato e veritiero – senza visitare i siti web. Secondo Semrush, infatti, quando AI Overview risponde, solo l’8% degli utenti clicca sui risultati organici sottostanti;
- la trasformazione delle prime posizioni per singola query. Se prima erano occupate da siti web che rispettavano le regole di indicizzazione SEO tradizionali, adesso sono occupate dalle citazioni di porzioni di testo pescate da link che, talvolta, si trovano in fondo alla lista.
Le “solite” regole SEO – soprattutto con l’avvento di Google AI Mode – si stanno sempre più trasformando in regole GEO (Generative Engine Optimization), ovvero legate all’ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale.
Il nuovo obiettivo dei copywriter nel 2026
Il nuovo obiettivo di chi scrive online 2026 non è più quello di comparire nelle prime posizioni del motore di ricerca, ma di essere autorevoli agli occhi dell’AI così da essere citati. Perché i dati suggeriscono che le fonti menzionate vedono – già oggi – aumenti di traffico importanti. Inoltre, quest’ottimizzazione consente contemporaneamente l’ottimizzazione dei contenuti per la ricerca vocale degli utenti.
Come fare la keyword research nel 2026
La keyword research tradizionale è morta. Se stai ancora usando Keyword planner confrontando solo volume di ricerca e difficoltà, sei indietro di almeno un anno. La keyword research nel 2026 deve includere soprattutto la question research conversazionale, perché il 35% delle ricerche è già passato a formati conversazionali e si prevede il superamento del 50% nella prima metà dell’anno.
Le persone, per esempio, non cercheranno più “ristorante vegano Roma”, ma “qual è il miglior ristorante vegano a Roma con opzioni senza glutine e prezzi bassi?”.
Quattro strategie vincenti
Oltre alle “solite” parole chiave, per fare una keyword research efficace è essenziale:
- raccogliere domande reali, magari usando AnswerThePublic, Reddit e forum di settore. E chiedendo anche a ChatGPT o Gemini le domande più frequenti poste dagli utenti sull’argomento che si intende trattare;
- capire l’intent profondo. Non basta sapere cosa la gente cerca, ma perché lo fa, se si trova in una fase esclusivamente informativa o decisionale, quale problema reale intenda risolvere leggendo il contenuto e quale emozione guidi la sua ricerca;
- creare una serie completa di domande e risposte collegate;
- usare l’AI per predire il futuro. L’intelligenza artificiale non può ad oggi fornire una keyword research esaustiva, ma può aiutare a identificare i trend prima che esplodano, predire le domande che emergeranno.
I tool utili
Oltre a quelli già citati per trovare le domande più frequenti degli utenti, altri tool con implementazione dell’AI possono essere utili per la keyword research nel 2026: Semrush, Ahrefs, Surfer SEO, Ubersuggest, Frase.io.
E-E-A-T, l’ingrediente indispensabile per essere citati dall’AI
Se mi segui già da un po’, sai che la costruzione di un E-E-A-T solido sia un tema a me caro. Perché non è possibile fare la differenza e posizionare in modo chiaro nessun brand inseguendo soltanto i trends. Dal 2026, l’E-E-A-T diventa la strategia principale per essere premiati sia da Google che dall’intelligenza artificiale.
Per acquisire credibilità, occorre dimostrare con dati verificabili esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità. Attenzione, dunque, a usare casi studio con dati verificabili, a fornire prove tangibili (screenshot, foto, report), a pubblicare bio dettagliate con credenziali verificabili, a linkare pubblicazioni, interventi, riconoscimenti. Nel 2026 per essere autorevoli non si può fare a meno di avviare una collaborazione con brand riconosciuti, di essere trasparenti nelle sponsorizzazioni e nel verificare sempre le fonti delle informazioni che si forniscono agli utenti.
Come strutturare i contenuti per AI Overview e AI Mode
I contenuti che funzioneranno nel 2026 dovranno avere almeno 2000 parole e zero fuffa. Ogni paragrafo dovrà aggiungere valore, senza ripetere le stesse informazioni per “allungare il brodo”. I testi approfonditi con gerarchie chiare e fonti citate saranno preferiti da Google rispetto a quelli superficiali pieni di keywords in grassetto.
Paragrafi dovranno essere brevi e scansionabili: le persone non leggono parola per parola, ma scorrono il testo alla ricerca della risposta; se il paragrafo è troppo “pesante”, viene saltato. I titoli h2 e h3 dovranno essere formulati come domande reali, quelle che le persone fanno davvero. E tutte le risposte dovranno essere immediate e chiare, nei primi due paragrafi.
Lo schema markup non sarà più una scelta, ma un requisito. Usare markup come “faqpage” e “author” aiuta Google e l’AI a comprendere meglio il contenuto della pagina.
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