social media day 2024

Social media day 2024: i dati che non ti aspetti

ll Social media day Giornata mondiale dei social media si celebra il 30 giugno di ogni anno. Un’occasione per riflettere sull’uso che facciamo dei network online, per comprendere come utilizzarli al meglio, per approfondire i trends del momento e sapere anche cosa cerchino i più piccoli online. Leggendo questo articolo scoprirai i risultati delle ultime ricerche scientifiche sul tema e come ho deciso di utilizzare i social media a lavoro e in famiglia. 

Perché si celebra il Social media day? 

Il Social media day è stato istituito nel 2010 da Mashable, una delle più rilevanti piattaforme di informazione tecnologica. L’obiettivo è quello di riconoscere e celebrare la rivoluzione digitale portata dai social media, che hanno trasformato il nostro modo di stare sul web, di comunicare, di connetterci e, addirittura, di informarci.

Come si celebra la Giornata mondiale dei social media?

Per partecipare alla Giornata mondiale dei social media, puoi: 

  • partecipare agli eventi locali;
  • unirti alle conversazioni online e condividere le tue esperienze, utilizzando gli hashtag #socialmediaday e #SMDay;
  • dedicarti allo studio delle piattaforme e delle migliori pratiche da applicare;
  • decidere di collaborare con i professionisti del settore, per promuovere e valorizzare la tua attività.

I social media per l’informazione: le tendenze

Come usiamo i social oggi? Le ricerche scientifiche che li utilizziamo per lavorare, per vendere, per distrarci, per trovare idee, per conoscere nuove persone, per comunicare con quelle che conosciamo già e persino per informarci. 

Secondo la rilevazione Ipsos, seppure i giornali restino la fonte principale di informazione per la popolazione complessiva (60%), la Generazione Z (composta dai minori di anni 28) per informarsi utilizzerebbe principalmente Instagram (42%), i siti e le app di news (38%) e YouTube (33%). I Millennials (tra i 28 e i 43 anni), invece, utilizzerebbero Facebook (38%) e gli amici e i familiari (33%).

Per la Generazione Z, poi, i social sarebbero in grado di renderci più consapevoli di ciò che accade attorno a noi, di rappresentare una fonte d’ispirazione, di intrattenerci e di farci rimanere in contatto con gli amici. Non mancano però i sentimenti negativi associati ai social network, come pessimismo e ansia.

Cosa vogliono le persone

I dati del Digital News Report 2023, del Reuters Institute for the Study of Journalism dell’università di Oxford, ci suggeriscono che:

  1. dal Covid in poi, si frequentano più i social che i siti/app di informazione; 
  2. nella fascia di età 18-24 anni diminuisce l’interesse per Facebook, ma aumenta quello per Instagram, Snapchat e TikTok;
  3. cresce costantemente, per tutte le fasce d’età, l’uso di YouTube, Instagram e TikTok;
  4. su Twitter gli utenti sono più interessati alle news di politica e business, mentre su TikTok, Instagram e Facebook alle notizie più leggere, al gossip, alla satira;
  5. le persone desiderano contenuti affidabili, che mostrino diversi punti di vista, che siano interessanti, meno tossici o aggressivi e più divertenti;
  6. gli utenti non si fidano delle modalità di selezione automatica delle notizie offerta dagli algoritmi;
  7. cresce la tendenza di evitare intenzionalmente le notizie, temporaneamente e permanentemente. 

In sostanza le persone vogliono ricevere sui social notizie vere, positive e preferibilmente in formato video. E visto che non si fidano degli algoritmi e sono desiderose di intrattenere conversazioni – con amici e sconosciuti – sono inclini a consumare contenuti creati da persone in carne e ossa, che dialoghino in modo aperto e non aggressivo. 

Se ti occupi di comunicazione e informazione, quindi, resisti alla tentazione di pubblicare contenuti “acchiappa click”, fake o violenti. Per quanto possano immediatamente generare un aumento del traffico sulle tue pagine, sortiscono l’effetto di danneggiare la tua reputazione e di allontanare le persone nel medio e lungo termine. 

Social media day: il mondo oscuro dei minori

A usare i social network non sono soltanto gli adulti, ma anche i più piccoli, nati dopo il 2010. Un’indagine del 2022 dell’Healt Behaviour in School – aged Children, pubblicata sul sito dell’Istituto superiore di sanità, rileva non soltanto che i ragazzini dagli 11 anni in su siano quotidianamente in contatto sui social con gli amici della vita reale, ma che lo siano anche con gli “amici” conosciuti online e che siano inclini a un uso problematico dei social network

sintomi? Ansia, depressione, volontà di trascorrere sempre più tempo online, astinenza, fallimento nella gestione del tempo trascorso online, disinteresse verso le altre attività, bugie ai genitori, problemi con il gruppo di pari, cattiva gestione delle emozioni e meccanismi di fuga davanti ai sentimenti negativi. Tali problemi si verificherebbero soprattutto nella fascia d’età 13-15 anni e con una maggiore frequenza tra le ragazze e nelle regioni del Sud. 

I genitori non sembrano consapevoli dei rischi. La ricerca Eu Kids Online 2020 ha mostrato che il tempo trascorso online è raddoppiato rispetto al report precedente del 2010. I bambini italiani della fascia 9-16 anni trascorrerebbero in media dalle 2 alle 4 ore al giorno sul web.

Esistono poi ulteriori pericoli correlati ai social per i minori: gli adescamenti online, le difficoltà nella percezione della propria immagine corporea, i problemi alimentari, il cyberbullismo, l’esposizione a contenuti inappropriati e inadatti all’età.

Media social day: come uso i social a lavoro e in famiglia

A mio parere, più che di Social media day occorrerebbe parlare di Media social day, ovvero di Giornata sociale dei social. Non voglio demonizzarli mica, anzi. Ma ritengo che, essendo frutto della tecnica umana, dovrebbero essere utilizzati solo a servizio delle persone, nelle occasioni in cui si mostrino utili senza controindicazioni. 

In un mondo iperconnesso trovare un equilibrio nell’impiego dei social network non è semplice, soprattutto se li usi per lavoro e se hai dei bambini piccoli. Ecco dunque le regole che ho stabilito per me a lavoro:

  1. pubblico sui social con costanza ma con moderazione. So bene che l’uso professionale richiede presenza, ma se sono troppo indaffarata con i miei clienti, non è un dramma slittare di poche ore una pubblicazione;
  2. inserisco la fonte delle informazioni che pubblico, sia quando mi occupo di giornalismo che quando mi occupo di comunicazione. Questo aiuta le persone a comprendere la mia trasparenza e a fidarsi di me;
  3. cerco di non giudicare e di essere sempre aperta al dialogo. Mi piace rispondere ai dubbi di chi si rivolge a me e accolgo i consigli;
  4. utilizzo il mio volto per promuovere il mio brand, ma non promuovo alcun canone di bellezza perché non rientra nei miei valori, né c’entra con la mia professione;
  5. non uso contenuti generati con l’intelligenza artificiale, perché desidero che il mio pubblico riceva contenuti miei, originali, e non i calcoli di un robot.

Qui invece le regole sull’uso dei social per mio figlio:

  1. non si usa alcun dispositivo informatico durante i pasti e, tranne casi eccezionali, nemmeno la tv. Il dialogo a tavola è importante e, tra l’altro, non concentrarsi su ciò che si mangia aumenta i rischi di disturbi alimentari;
  2. prima dei due anni di età ho evitato completamente l’esposizione a schermi luminosi di qualsiasi tipo (tv, smartphone, tablet) come consigliato dall’OMS;
  3. è vietata l’iscrizione a qualsiasi social network prima dei 13 anni (e spero pure oltre…). Questo non significa che il bambino non possa cercare contenuti, ma che possa farlo solo sotto la mia supervisione e per un intento preciso di ricerca (es. tutorial per realizzare giochi, testo di canzoni, etc), dall’età della scuola elementare;
  4. l’uso del tablet, per giocare online con i compagni, è a tempo limitato e non tutti i giorni. Ho dovuto “cedere” a questa richiesta per non farlo sentire escluso dal gruppo dei pari. Resta vietato invece il cellulare, che viene usato solo per chiamare i compagni con i quali gioca online in real time, cosicché io possa essere certa di chi stia dall’altra parte della linea;
  5. coinvolgo settimanalmente lui e gli amichetti in gite all’aria aperta, tra animali e natura, e attività manuali. Far scoprire e sperimentare attività alternative alla tecnologia è indispensabile per sollecitare i sensi, la creatività;
  6. lo informo sui rischi online e offline, certa che i pericoli non siano certo scongiurati con l’aumentare dell’età;
  7. gli spiego che i social possono essere un’opportunità se utilizzati in modo corretto, magari per migliorare la propria attività lavorativa o diffondere la corretta informazione, facendomi dare un piccolo aiuto nella realizzazione dei miei contenuti. 

Vuoi utilizzare in maniera positiva i social, ma non riesci a “darti delle regole” ed essere costante? Non preoccuparti, posso aiutarti. Compila il form, raccontami il tuo progetto e sarò felice di spiegarti come.