colloquio di lavoro

Come affrontare un colloquio di lavoro per farsi scegliere

Il colloquio di lavoro rappresenta un momento importantissimo nel percorso professionale di ciascuno di noi. Che si tratti del primo impiego o di un cambio di carriera, la preparazione e l’approccio giusto possono fare la differenza tra un’opportunità colta e una persa. Se stai per affrontarne uno o se stai semplicemente cercando lavoro, in questa guida troverai tutte le dritte per affrontare la prossima selezione con il piede giusto.

Prepararsi al colloquio di lavoro: i fondamentali

Come affrontare il colloquio di lavoro? Intanto bisogna avere ben chiaro che la preparazione sia indispensabile per aumentare le possibilità di successo e per ridurre l’ansia da prestazione.

Il primo passo è conoscere a fondo l’organizzazione che ti ha convocato. Dedica tempo a studiare la storia e i valori dell’azienda, i suoi prodotti e servizi, la cultura aziendale, eventuali novità recenti e i principali concorrenti. Questa conoscenza ti permetterà di personalizzare le tue risposte e dimostrare un interesse genuino durante il colloquio.

Per esempio, durante gli ultimi colloqui di lavoro a cui ho partecipato – per una posizione nel settore marketing – ho potuto notare che tantissimi candidati non solo non avessero tutti i requisiti richiesti, ma che addirittura sconoscessero l’attività e i valori dell’azienda. Tutto questo, ovviamente, ha fatto sì che non venissero neppure presi in considerazione.

Tra loro c’era pure chi non aveva chiare le mansioni per la posizione ricercata. Comprendere a fondo il ruolo per cui ti candidi è importante: tu chiameresti mai un idraulico che non sappia gli step per sistemare il guasto per cui cerchi rimedio? Studia attentamente la descrizione della posizione, identifica le competenze chiave richieste e rifletti su come la tua esperienza si allinei con queste. Prepara esempi concreti di situazioni in cui hai dimostrato le competenze ricercate e individua potenziali gap, pensando a come compensarli.

Non dimenticare di preparare anche i documenti necessari: più copie del tuo CV (anche se lo hai già inviato), eventuali lettere di referenze, un portfolio di lavori o progetti rilevanti, certificazioni e attestati pertinenti, oltre a un block notes e una penna per prendere appunti durante il colloquio.

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Come presentarsi a un colloquio di lavoro: l’importanza della prima impressione

La prima impressione ha un impatto enorme sulla percezione del recruiter. Sapere come presentarsi a un colloquio di lavoro non significa occuparsi solo delle competenze e dell’aspetto fisico, ma anche del linguaggio del corpo e dell’atteggiamento generale.

La puntualità è fondamentale: pianifica di arrivare 10-15 minuti prima dell’orario fissato. Non arrivare in ritardo, ma neanche con eccessivo anticipo (oltre 20 minuti). Per i colloqui online, connettiti 5 minuti prima e verifica che audio e video funzionino correttamente. In caso di imprevisto che causa ritardo, avvisa immediatamente.

Durante il saluto iniziale, dai una stretta di mano decisa ma non eccessiva, mantieni un contatto visivo diretto ma non invasivo, un sorriso genuino e non forzato. Presentati con nome e cognome in modo chiaro e ringrazia per l’opportunità dell’incontro.

Il linguaggio non verbale comunica molto più di quanto tu possa immaginare. Mantieni una postura eretta ma rilassata, leggermente protesa verso l’interlocutore. Tieni le mani visibili e relativamente ferme, evitando di giocare con oggetti o toccarti continuamente. Mantieni il contatto visivo per il 60-70% del tempo e mostra un’espressione attenta e reattiva alle parole dell’interlocutore. La voce dovrebbe essere modulata, né troppo alta né troppo bassa, con un ritmo equilibrato.

Come vestirsi a un colloquio di lavoro: il codice di abbigliamento

L’abbigliamento giusto dipende dal settore e dalla cultura aziendale, ma esistono alcune linee guida generali su come vestirsi a un colloquio di lavoro.

Per settori tradizionali come finanza, ambito legale o consulenza, meglio scegliere un look formale. Gli uomini dovrebbero optare per un completo scuro, camicia chiara e scarpe classiche in pelle. Le donne possono scegliere un tailleur (pantalone o gonna sotto il ginocchio), una camicia o top sobrio, scarpe con tacco medio o basso, make-up leggero e gioielli minimal.

Nei settori creativi come design, pubblicità o media, c’è più flessibilità. Gli uomini possono indossare pantaloni eleganti o jeans di qualità, con una camicia o polo e una giacca opzionale. Le donne possono scegliere un abbigliamento che esprima personalità, pur mantenendo professionalità, con accessori che mostrino creatività, senza eccessi.

Per startup e aziende tech, lo stile smart casual è generalmente apprezzato: jeans di qualità (senza strappi), camicia o maglietta pulita, scarpe informali ma curate. In ogni caso, evita abbigliamento sportivo, canotte, infradito.

Indipendentemente dal settore, alcuni principi rimangono universali: vestiti puliti, stirati e in buone condizioni; scarpe pulite e in buono stato; igiene personale impeccabile; profumo o colonia molto leggeri o assenti; evitare abbigliamento troppo appariscente o che possa distrarre dagli argomenti che si devono affrontare.

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Quali sono le domande che fanno a un colloquio di lavoro?

Una delle principali preoccupazioni dei candidati è sapere in anticipo quali sono le domande che fanno a un colloquio di lavoro. Sebbene ogni colloquio sia unico, esistono alcune domande classiche che vengono poste frequentemente.

Tra le domande più comuni sull’esperienza troviamo la tipica “mi parli di lei”, di apertura. Prepara un’autopresentazione di 2-3 minuti che evidenzi il tuo percorso professionale e le competenze più rilevanti per la posizione. Un’altra domanda frequente è “perché ha lasciato (o vuole lasciare) il suo impiego attuale?“. Qui è importante mantenere sempre un tono positivo, evitando di parlare male di ex datori di lavoro o colleghi, concentrandoti invece sulla ricerca di nuove sfide o opportunità di crescita.

Quando ti chiedono “quali sono i suoi punti di forza e di debolezza?”, per i punti di forza scegli caratteristiche rilevanti per la posizione. Per le debolezze, menziona aspetti su cui stai attivamente lavorando per migliorare. Alla richiesta “mi racconti di una situazione difficile che ha affrontato al lavoro e come l’ha risolta“, usa il metodo STAR: Situazione, Task (compito), Azione, Risultato. Descrivi una situazione concreta, il tuo ruolo, cosa hai fatto e i risultati ottenuti.

Le aziende spesso pongono domande su loro stesse e sul ruolo, come “perché vuole lavorare per la nostra azienda?” o “cosa sa della nostra azienda?“. Qui emerge l’importanza della ricerca preliminare. Collega i tuoi valori e obiettivi con la missione dell’azienda e dimostra di essere motivato/a e proattivo/a, menzionando informazioni rilevanti sull’azienda, suoi prodotti o servizi e recenti sviluppi.

Altre domande comuni includono “come pensa di poter contribuire al nostro team?” e “dove si vede tra cinque anni?“. Nella prima, evidenzia le tue competenze specifiche e come queste possono apportare valore aggiunto all’organizzazione. Nella seconda, mostra ambizione ma realismo, assicurandoti che i tuoi obiettivi siano compatibili con un percorso di crescita all’interno dell’azienda.

Colloquio di lavoro: domande trabocchetto e come gestirle

I candidati temono particolarmente al colloquio di lavoro le domande a trabocchetto, quegli interrogativi apparentemente innocui ma potenzialmente insidiosi. Una di queste è “mi racconti il suo più grande fallimento professionale“. L’obiettivo non è metterti in difficoltà, ma valutare la tua capacità di imparare dagli errori. Scegli un insuccesso reale ma non catastrofico, descrivilo brevemente, concentrandoti sugli insegnamenti che ne hai tratto e su come hai implementato questi apprendimenti successivamente. Evita di negare di aver mai fallito o di raccontare un fallimento troppo grave.

Quando ti chiedono “perché dovremmo assumere lei invece di un altro candidato?”, evidenzia la combinazione unica di competenze ed esperienze che ti distingue, collegandole direttamente alle esigenze dell’azienda. Evita risposte generiche applicabili a qualsiasi candidato o, all’opposto, vantarti eccessivamente senza basi concrete.

Se potesse cambiare una cosa del suo ultimo lavoro, cosa sarebbe?” è un modo indiretto per scoprire eventuali problemi con precedenti datori di lavoro. Menziona un aspetto sistemico o procedurale, mai persone specifiche, e illustra come avresti potuto migliorare quella situazione. Evita lamentele su ex colleghi o superiori, o critiche generali all’azienda precedente.

Qual è il suo più grande difetto professionale?” è simile alla domanda sui punti deboli, ma più mirata. Scegli un difetto autentico ma non cruciale per il ruolo, e soprattutto descrivi le strategie che hai implementato per mitigarlo. Evita di trasformare un pregio in difetto in modo troppo ovvio (es. “sono troppo perfezionista“) o menzionare un difetto critico per la posizione.

Cosa dire a un colloquio di lavoro: frasi efficaci e approcci vincenti

Saper cosa dire a un colloquio di lavoro nei momenti chiave può fare la differenza. Per l’autopresentazione d’impatto, usa uno schema che includa chi sei professionalmente, il tuo valore aggiunto e l’allineamento con il ruolo. Ad esempio: “Sono una project manager con 5 anni di esperienza nel settore IT. Mi sono specializzata nella gestione di team internazionali, implementando metodologie agili che hanno ridotto del 30% i tempi di consegna dei progetti. Sono particolarmente interessata a questa posizione perché mi permetterebbe di applicare queste competenze in un contesto di rapida crescita come il vostro“.

La domanda sul salario desiderato è spesso una domanda del colloquio di lavoro particolarmente delicata. Puoi rispondere con: “Sulla base della mia ricerca di mercato e della mia esperienza, ritengo che una retribuzione tra (inserisci un range) sia in linea con questa posizione. Sono comunque aperto/a a discuterne in base al pacchetto complessivo di benefit“. In alternativa: “Prima di discutere dell’aspetto economico, mi piacerebbe comprendere meglio le responsabilità del ruolo e le aspettative dell’azienda, in modo da poter valutare insieme un compenso equo“.

La conclusione del colloquio è altrettanto importante dell’inizio. Conferma il tuo interesse, ribadisci il valore che puoi apportare, chiedi informazioni sui prossimi passi del processo di selezione e ringrazia per il tempo dedicato e le informazioni condivise.

Quando ti chiedono “ha domande per noi?“, cogli l’opportunità per porre domande intelligenti. Potresti chiedere “come si misura il successo in questo ruolo dopo i primi 6 mesi?“, “come descriverebbe la cultura del team con cui lavorerei?“, “quali sono le principali sfide strategiche che l’azienda affronterà nei prossimi 2-3 anni?” o “quali opportunità di crescita offre questa posizione a lungo termine?“.

Una domanda ben posta vale quanto una risposta brillante: dimostra il tuo interesse genuino e la tua capacità di pensiero critico, entrambe qualità molto apprezzate in qualsiasi contesto professionale.

Quanto dura un colloquio di lavoro? Gestire tempi e aspettative

Quanto dura un colloquio di lavoro? È una delle domande più comuni, ma la risposta varia significativamente in base al tipo di posizione e al processo di selezione dell’azienda. Uno screening telefonico dura solitamente 15-30 minuti, un primo colloquio con HR 30-45 minuti, un colloquio tecnico o con il manager diretto 45-60 minuti, un colloquio finale o con i dirigenti 60-90 minuti, mentre un assessment center può durare mezza giornata o una giornata intera.

Un colloquio tipico include diverse fasi: introduzione e presentazioni (5-10 minuti), domande sul tuo background (15-20 minuti), domande specifiche sulla posizione (15-20 minuti), presentazione dell’azienda e del ruolo (10-15 minuti), tue domande (5-10 minuti), conclusione e prossimi passi (5 minuti).

Stai sereno/a, però: non è un esame e, nella peggiore delle ipotesi, non sarà comunque morto nessuno!

Per gestire efficacemente il tempo, punta su risposte concise: 1-2 minuti per le domande generali, 2-3 minuti per esempi specifici. Osserva il linguaggio del corpo dell’intervistatore, se guarda l’orologio o sembra distratto, potrebbe voler concludere rapidamente.

Se il colloquio si prolunga oltre il tempo previsto, generalmente è un segnale positivo che indica interesse. Mantieni lo stesso livello di energia ed entusiasmo. Un colloquio più breve del previsto non è necessariamente negativo, a volte è semplicemente questione di efficienza. Assicurati di aver comunicato i tuoi punti di forza principali.

Dopo il colloquio: follow-up e passi successivi

Il processo non termina quando esci dalla porta (o chiudi la videochiamata). Il follow-up può fare la differenza. Invia una breve e-mail di ringraziamento entro 24 ore per ringraziare per il tempo dedicato, ribadire il tuo interesse per la posizione, richiamare brevemente un punto significativo emerso durante il colloquio e offrire eventuali informazioni aggiuntive richieste.

Durante l’attesa, rispetta i tempi indicati dall’azienda prima di fare follow-up. Se non sono stati specificati tempi, è ragionevole chiedere aggiornamenti dopo 1-2 settimane. Continua comunque la tua ricerca di lavoro anche se il colloquio è andato bene.

In caso di rifiuto, chiedi feedback costruttivo sulla tua candidatura, ringrazia comunque per l’opportunità, chiedi di essere considerato per future posizioni adatte al tuo profilo e analizza l’esperienza per migliorare nei prossimi colloqui.

Colloqui di lavoro online: le specificità del virtuale

Con l’aumento dei colloqui da remoto, è importante conoscere le specificità di questo format, a cui si aggiunge la necessità della preparazione tecnica. Nei colloqui online, verifica in anticipo la tua connessione internet, testa audio e video con qualcuno, configura uno sfondo ordinato, neutro e professionale, familiarizza con il software che verrà utilizzato (Zoom, Google Meet, JitsiMeet, Skype, etc).

Per ottimizzare la presentazione virtuale, assicurati di avere un’illuminazione frontale (non alle spalle o dall’alto), posiziona la webcam a livello degli occhi (non dal basso), indossa un abbigliamento professionale, evitando fantasie elaborate che possono creare distorsioni visive, e tieni a portata di mano CV, appunti e un bicchiere d’acqua.

La comunicazione efficace online richiede di:

  • parlare più lentamente del normale;
  • fare pause più lunghe per evitare sovrapposizioni;
  •  mantenere il contatto visivo guardando la webcam (non lo schermo);
  •  usare gesti misurati ma visibili per enfatizzare i punti chiave;
  •  annuire visibilmente per mostrare ascolto attivo.

Per gestire problematiche comuni, avvisa i partecipanti del colloquio, tieni pronti i contatti del recruiter per chiamare in caso di disconnessione, usa auricolari o cuffie per migliorare la qualità audio e silenzia tutti gli altri dispositivi per evitare distrazioni da notifiche.

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Colloqui per specifici settori: differenze sostanziali

Ogni settore ha le sue peculiarità che si riflettono nei processi di selezione. Nel settore tecnologico, preparati a prove pratiche come coding challenge, pair programming o design di soluzioni tecniche. Le domande tipiche riguardano problemi algoritmici, design patterns e debugging di codice. È consigliabile praticare la risoluzione di problemi ad alta voce, mostrando il tuo processo di pensiero.

Nel settore creativo, il portfolio è fondamentale, spesso il focus principale. Potrebbe esserti chiesto di presentare i tuoi lavori. Le domande tipiche riguardano il processo creativo, la gestione del feedback, la collaborazione con i colleghi. Prepara storie concrete su come hai superato blocchi creativi.

Il settore finanziario spesso include casi studio come analisi finanziarie o valutazioni di investimenti. Le domande tecniche riguardano concetti finanziari, normative e scenari di mercato. Il dress code è tipicamente più formale di altri settori. Tieniti aggiornato sugli ultimi trend di mercato e sviluppi normativi.

Nel settore sanitario, la verifica delle credenziali è spesso più rigorosa. Le domande etiche riguardano scenari su privacy del paziente e casi difficili. C’è un maggior focus sulle esperienze dirette con pazienti o casi. Preparati a discutere di situazioni eticamente complesse e di come le gestiresti.

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Gestire l’ansia da colloquio: strategie efficaci

L’ansia è una reazione normale, ma può essere gestita con le giuste tecniche. La preparazione mentale include:

  • la visualizzazione positiva (immagina il colloquio che procede bene);
  •  la riformulazione (vedi il colloquio come un’opportunità di scambio, non come un esame);
  • la pratica con simulazioni di colloquio con amici o esperti in materia.

Le tecniche di respirazione e rilassamento possono essere molto utili. La respirazione 4-7-8, per esempio, consiste nell’inspirare per 4 secondi, trattenere l’aria per 7, espirare per 8. La mindfulness, ovvero la pratica della presenza mentale nei giorni precedenti il colloquio, può aiutare a mantenere la calma.

Il giorno del colloquio, arriva con sufficiente anticipo per familiarizzare con l’ambiente. Evita eccessi di caffeina, fai una breve passeggiata prima per rilasciare tensione e ripeti affermazioni positive (“sono preparato/a e qualificato/a“), soprattutto se soffri della sindrome dell’impostore. Durante il colloquio, accetta e non combattere il tuo nervosismo, prenditi del tempo per rispondere se necessario, mantieni un ritmo di respirazione regolare e ricorda che il colloquio è bidirezionale: stai anche tu valutando l’azienda.

Ascolta attentamente, osserva l’ambiente e le dinamiche, e assicurati che il ruolo e la cultura aziendale siano davvero in linea con i tuoi obiettivi e valori. Perché il lavoro non può essere concepito come qualcosa di slegato da te, di esterno.

Trasforma il prossimo colloquio nella tua occasione della vita

Ogni colloquio di lavoro, indipendentemente dall’esito, rappresenta un’opportunità preziosa di crescita professionale. Anche i colloqui che non portano a un’offerta di lavoro reale contribuiscono a rafforzare le tue capacità di presentazione e a chiarire il tuo percorso professionale.

Il successo di un colloquio di lavoro non dipende soltanto delle tue qualifiche tecniche, ma anche:

  • dalla tua capacità di comunicare efficacemente;
  • dalla tua autenticità;
  • dal materiale con cui ti accompagni (CV, portfolio, presentazione);
  • dalla tua capacità di gestire le emozioni e di imparare dalle precedenti esperienze;
  • dalla selezione che fai delle aziende a cui ti proponi e della pertinenza del tuo profilo rispetto alle loro richieste.

Il colloquio di lavoro perfetto non è quello che porta necessariamente a un’opportunità di lavoro, ma quello in cui riesci a presentarti al meglio, raccogliendo pure le informazioni necessarie per prendere la decisione giusta per il tuo futuro.  

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