SEO semantica

SEO semantica: come funziona su Google

La SEO semantica è una particolare tipologia di SEO sempre più diffusa che risponde alle evoluzioni del motore di ricerca Google. Leggendo questo articolo scoprirai di cosa si tratti, come utilizzarla e quali siano le ultime tendenze. 

Cos’è la semantica?

La semantica, dal greco “sêma”, ovvero “segno”, è quella branca della linguistica che studia il significato delle parole, degli insieme delle singole lettere, delle frasi e dei testi nei diversi contesti. Ogni nostra espressione, infatti, assume un particolare significato in funzione delle circostanze in cui viene impiegata.

Per fare un banale esempio, pensiamo all’applicazione della parola “campo”: possiamo utilizzarla per indicare il “campo santo”, ovvero il cimitero, per significare un “campo di fiori” o ancora il teatro in cui avviene una guerra (“campo di battaglia”). 

A cosa serve la semantica SEO?

Sappiamo già cosa sia la SEO e abbiamo chiarito cosa sia la semantica, ma se vogliamo utilizzarla per ottimizzare i nostri contenuti per i motori di ricerca, dobbiamo fare un passo successivo: comprendere che, quando un utente digita una parola sulla barra di ricerca di Google, lo fa con un preciso obiettivo.

La semantica SEO, dunque, è lo studio del campo semantico delle parole su Google che interpreta l’intento di ricerca degli utenti, sforzandosi di capire cosa esattamente cerchino rispetto a ciò che digitano. 

A differenza della SEO tradizionale, che si propone di individuare le parole chiave specifiche, la SEO semantica si concentra sul reale significato di quelle parole e sui loro collegamenti, consentendo di abbracciare interi argomenti.

La sua applicazione aiuta i siti web a incrementare il loro traffico e a costruire una community di utenti che ricevono esattamente ciò che desiderano (e questo vale anche per i siti web di informazione, senza venir meno a nessun principio deontologico).

Come funziona la ricerca semantica Google? 

La ricerca semantica di Google si pone un principale obiettivo: soddisfare le esigenze delle persone, per far sì che trascorrano quanto più tempo possibile sul motore di ricerca, magari comunicando tra loro. Per questo Google tenta di restituire le risposte più adeguate alle loro domande, attraverso:

  • la simulazione del funzionamento della mente umana, analizzando i collegamenti tra le parole inserite, nonché le ricerche pregresse;
  • l’individuazione della posizione della query, per inquadrare l’intento di ricerca reale;
  • la selezione di contenuti di qualità, per offrire risposte vere e autorevoli.

Le regole per applicare la semantica alla SEO

Per applicare la semantica alla SEO, bisogna:

  1. analizzare il topic. Partendo dall’argomento principale, si possono rintracciare tanti argomenti secondari da trattare che corrispondono alle curiosità e alle domande che si pongono gli utenti interessati all’argomento primario;
  2. creare contenuti di qualità, ovvero utili agli utenti e facilmente comprensibili dal motore di ricerca che deve veicolarli;
  3. utilizzare i dati strutturati, indicando a Google i contenuti specifici proposti (su Schema.org si possono trovare tanti tag HTML);
  4. usare sinonimi e parole chiave correlate;
  5. rispondere alle domande frequenti degli utenti con un copy di valore.

Le ultime tendenze 

Si è cominciato a parlare di SEO semantica o SEO semantico con il rilascio dell’algoritmo Hummingbird nel 2013, in grado di gestire query complesse. Ma la vera svolta è arrivata due anni più tardi, nel 2015, con l’integrazione dell’intelligenza artificiale in Rankbrain, il primo sistema in grado di “apprendere” nuove connessioni tra concetti e parole.

Da allora sono stati fatti tantissimi passi in avanti, tutti intenti a promuovere la SEO semantica rispetto alla SEO tradizionale. Gli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo di Google:

  • premiano i contenuti originali e “umani”, penalizzando invece quelli esclusivamente generati dai sistemi di intelligenza artificiale; 
  • prestano attenzione ai contenuti ottimizzati per la ricerca vocale e per la navigazione da dispositivi mobili;
  • vedono di buon occhio l’apporto delle esperienze personali maturate dall’autore;
  • favoriscono i video;
  • danno spazio ai contenuti social realizzati e condivisi dagli utenti e non dalle aziende;
  • valutano come indispensabili tutti gli accorgimenti di SEO tecnica per l’indicizzazione dei siti web;
  • limitano spam e clickbait;
  • premiano gli aggiornamenti dei contenuti;
  • contrastano gli abusi dei domini scaduti, utilizzati da nuovi acquirenti per manipolare il ranking, sfruttando le prime posizioni sulla SERP immeritatamente;
  • contrastano l’abuso della reputation dei siti autorevoli per incrementare quella di siti non affidabili.

Sostanzialmente, Google promette di essere più meritocratico e di favorire i contenuti di qualità rispetto a qualsiasi artifizio impiegato soltanto per migliorare il posizionamento.

Nonostante ciò, tantissimi siti web che hanno investito tempo e denaro per posizionarsi su Google hanno di recente perso traffico dopo l’ultimo aggiornamento algoritmico. Se questo è ciò che ti è successo, mantieni la calma: hai ancora l’opportunità di sfruttare il cambiamento a tuo vantaggio, apportando tutte le modifiche necessarie a rimediare. 
Se invece non hai ancora un sito web, oggi è il momento perfetto per aprirne uno, approfittando di questo periodo di naturale riassestamento dei tuoi competitors. 

In entrambi i casi, ciò che ti serve è una squadra di professionisti che possano garantirti il raggiungimento del tuo obiettivo. Compila il form, raccontami la tua esperienza, le tue difficoltà e i risultati che desideri raggiungere: io e il mio team saremo felici di aiutarti.